Trib. Bergamo: Sentenza legge 3/2012 del 20.2.2020. Liquidazione del Patrimonio. Debiti stralciati euro 575.000..

LA STORIA DEL SOVRAINDEBITAMENTO

La storia di Luigi (nome di fantasia) è la storia di una ex imprenditore del settore immobiliare, che a causa della crisi del mercato, si è trovato in una situazione di sovraindebitamento con banche e Agenzia delle Entrate.

Luigi costitutiva nel 1995 insieme alla moglie, una società a responsabilità limitata avente ad oggetto la costruzione per conto terzi di uffici e appartamenti. L’attività procedeva con successo fino al 2011: anno della crisi del mercato immobiliare.  A causa della mancata vendita di alcuni lotti, la società veniva messa in liquidazione e poi cessata.

Luigi non riusciva più a pagare le rate dei mutui ipotecari personali.  Dopo poco tempo le banche escutevano le fideiussioni e risolvevano i contratti di mutuo.

In questa situazione Luigi, trovandosi in una situazione di sovraindebitamento, decideva di rivolgersi all’ Organismo di Composizione della Crisi di Bergamo di Protezione Sociale Italiana per risolvere la propria situazione http://www.occbergamo.com

PROPOSTA DI STRALCIO DEL DEBITO CON BANCHE E AGENZIA DELLE ENTRATE

Luigi ha offerto per risolvere la propria situazione di sovraindebitamento con Banche e Agenzia delle Entrate pari ad euro 1 milione – nel procedimento di composizione della crisi ex legge 3/2012 NRG 7/2020 – il ricavato della vendita all’asta degli immobili di proprietà per un valore stimato di euro 350.000.

LA SENTENZA DI SOVRAINDEBITAMENTO LEGGE 3/2012

Con sentenza del 20.2.2020, il Tribunale di Bergamo – giudice dott.ssa Maria Magrì – ha aperto la liquidazione del patrimonio di una ex imprenditore  avente una esposizione debitoria con Banche e Agenzia delle Entrate pari ad euro 1 milione. 

Il debitore otterrà il beneficio dell’esdebitazione decorsi 4 anni dal decreto di apertura della liquidazione del patrimonio con separato provvedimento del Giudice.

Il gestore della crisi di Protezione Sociale Italiana che ha gestito il caso è il dott. Antonio Grassi

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